The Exposure Value

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Sometimes it’s difficult to know the values for a correct exposure. For example if we want to photograph the lights of the city at night the reading will be inaccurate because those distant sources of light are not intense enough to affect the exposimeter; Or maybe when we want to figure out if the 400 ISO film we have at home will allow us to take perfect photos with our Kodak Brownie during a sunny morning with the fixed settings of this camera (f/16 and 1/30).

There is a solution, but is a bit complicated!

What we’re going to know and use is the “Exposure Value” (EV) which is a unique number that indicates the brightness of a scene.

It is obtained by using a mathematical calculation referred to a sensitivity of 100 ISO:

EV_Formula

Obviously the same exposure value can be obtained with different combinations of the three parameters (ISO/A/T) which is also the concept at the foundation of exposure and photography.

Leaving aside all the mathematical part, we can simply use one of the many charts that we can find on the net, or the one that I propose below (referred to 100 ISO):

Now to take advantage of the EV you have to connect it to the Sunny 16 rule (on a sunny day, with sharp shadows, to get a correct exposure you have to use f/16 and a shutter speed as closest as possible to the ISO of the film you are using). The EV is a calculation based on 100 ISO then, comparing the values of the Sunny 16 for the same value (f16 and 1/125) with those on the EV chart above, we derive that 15 EV is the amount of light that is present on a sunny day with sharp shadows!

Below I suggest an exemplary data table of how to exploit the EV value in combination with the Sunny 16 rule based on different iso settings but keeping 1/125 as shutter speed:

So I took the EV, I’ve mixed it with the Sunny 16 and I’ve got a handy data table to “guess” the perfect parameters for a good exposition: now you have to simply rearrange the table with your favourite shutter speeds, ISOs and apertures. I know that is a difficult mathematical exercise so I’ve done it for you 😉

A practical use of this value, as I mentioned, is to help us decide which film we can use referring to the  amount of available light there will be in the scene that we are going to shoot. Or maybe it will help to understand the shutter speeds and apertures needed in conditions where the meter will not function correctly.

Transforming this knowledge into a practical example we can say that if we have to shoot at an indoor sport event, which we know have an EV of 7, we cannot take with us a 400 ISO film, because the camera settings will be f/2.8 1/60: too slow for almost every action.
At least with 800 ISO we can have a shutter speed of 1/125, but may be f/2.8 may result in a too narrow depth of field.
The best decision will be to use a roll of film that tolerate being pushed to 3200 ISO without losing too much quality so we can select an array of settings between f/2.8 + 1/500 or f/4 + 1/250 or even f/5.6 + 1/125. That will be enough to let us choose between a faster shutter speed or a deeper DoF.

Built To Last: Ferrania Eura

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Marchio: Ferrania
Modello: Eura
Prodotta: 1959
Tipologia: Medio Formato
Formato: 120mm
Obbiettivo: In plastica ad un elemento
Esposizione: Semi manuale senza esposimetro
Fuoco: Manuale in metri
ISO: Senza impostazioni
Flash: no

Ma che davero davero?

La Ferrania Eura e’ fondamentalmente un pezzo di plastica dal design retro’ e dall’aspetto divertente e accattivante.

La qualita’ degli scatti mi ha piacevolmente sorpreso, soprattutto se penso che l’obiettivo ha un solo elemento ed e’ di plastica!!! I controlli sono elementari: messa a fuoco, apertura focale e pulsante di scatto.

Eura_164320Iniziando dalla messa a fuoco, occorre precisare che non e’ presente nè un telemetro, nè nessun altro modo di “vederla”, infatti nella ghiera troviamo indicate le misure 2, 3, 5, 8 metri e Infinito e ci dobbiamo basare su quelle e sulla nostra capacita’ di valutare la distanza dal soggetto.

Abbiamo a disposizione 2 aperture focali f8 e f11 da usarsi rispettivamente in caso di ombra o cielo nuvoloso ed in caso di sole. Infine lo shutter, che scatta ad un tempo di 1/50… e non c’e’ modo di impostare gli ISO!

Questa cosa, ai giorni nostri, puo’ sembrare sconvolgente, in realta’ ai tempi era la norma ed era la base di costruzione di questo tipo di macchine, compresa la piu’ famosa Kodak Brownie.

Eura_164633Semplicemente la Eura era una macchina progettata per scattare di giorno, al sole o all’ombra, con un rullino da 50 ISO. Quando dico “di giorno” escludo ampiamente alba e tramonto e mi posiziono in quel lasso orario che va dalle 10 del mattino alle 5 del pomeriggio in primavera o estate, e dalle 11 alle 15 in inverno (calcolo impreciso ma rende l’idea della quantita’ di luce necessaria).

Personalmente ho usato un rullino da 100 ISO (Fomapan) e, avendo scattato un una giornata di sole incredibilmente bella, alcune foto sono risultate un po’ sovraesposte.

Naturalmente questa macchina offre altre possibilità, ma occorre essere un po’ scaltri nell’applicazione di certe conoscenze tecniche. Eura e’ nata per poter fotografare con f11 a 1/50 a 50 ISO il che ci da una valore di esposizione (EV) di (quasi) 14 cioe’ quello di una giornata di sole “media”, da qui,applicando la regola Sunny 16, scopriamo che usando 200 ISO la macchina possiamo scattare in giornate grigie e nuvolose (EV 12) e usando una pellicola 400 ISO arriviamo a scattare al tramonto (EV11).  Si potrebbe addirittura pensare ad arrivare (tirando il rullino) fino a 3200 ISO e scattando cosi’ anche in interno ben illuminati (EV8)… nulla ci vieta di sperimentare!

C’e’ anche l’attacco per il sincro del flash… e qui i calcoli si fan difficili… molto!!!

Eura_164746Occorre fare attenzione allo shutter, infatti scatta liberamente e non vi e’ nessun meccanismo che lo blocca in attesa dell’avanzamento della pellicole, quindi si richia di fare esposizioni multiple involontarie.

20160506_161939Ne consegue che l’avanzamento pellicola e’ libero, si tratta solamente di una rotella dentata senza fermi o blocchi, quindi dobbiamo guardare attentamente nel piccolo oblo’ sul retro per capire quando siamo arrivati al punto giusto per scattare un’altra foto. (NB solitamente le pellicole 120 hanno le indicazioni col numero di fotogramma, bastera’ far combaciare il numero al centro dell’oblo’)

Avendo ben due esemplari di questa macchina, mi son fatto accompagnare da Paola Saia la quale, gia’ abituata a scattare 6×6, ha acconsentito a testarne una per me.

 

Intervista di Graffiti A Milano a Tony D’Ambrosio

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Vi segnalo un interessante articolo sul blog Graffiti A Milano: “Quasi tutto su un laboratorio bianco e nero di sviluppo e stampa (Visita al laboratorio De Stefanis)”.

E’ un’intervistata a Tony D’Ambrosio, uno stampatore fine-art molto noto a Milano, si parla di tecniche vecchie e nuove, di grana e anche degli illustri clienti di questo laboratorio fine art.

Potete leggerla QUI

 

 

 

Cover image © Tony Graffio

Built To Last: Fuji DL-200 II

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Marchio: Fuji
Modello: DL-200 II (Cardia II in Giappone)
Prodotta: 1983
Tipologia: Point & Shoot
Formato: 35mm
Obbiettivo: 32mm f/2.8
Esposizione: Automatica
Fuoco: Autofocus con blocco del fuoco
ISO: 50-1600 con lettura DX automatica
Flash: Automatico con pulsante “fill-in flash”

Ma che bella scatoletta

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Si, sembra una (bella) scatoletta di plastica, e questo che mi ha attirato quando l’ho vista la prima volta. Squadrata, leggera, aria “tecnologica seriosa” anni 80.

Fortunatamente quella in mio possesso e’ una DL-200 II cioe’ quella con la batteria cambiabile (una CR-P2), il modello precedente aveva una batteria interna fissa e per cambiarla occorreva rimandarla alla Fuji. Non vi sono altre differenze anche se nel web ho letto che la prima versione aveva un AF lento… nella mia direi che e’ abbastanza veloce.

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Fujinon 32mm f2,8

Una cosa mi ha colpito subito: e’ lenta a mettersi “in moto”! Non so se e’ una caratteristica nativa oppure se la mia e’ invecchiata male, ma diciamo che da quando si fa scivolare il copriobbiettivo a quando la macchina e’ effettivamente pronta a scattare passano una decina di secondi buoni nei quali, anche se si clicca lo shutter, si ottiene solo un lampeggiare di un led rosso nel mirino come se qualcosa non fosse pronto.

Facendo parte della serie DL della Fuji ha appunto il drop-in loading, cioe’ il dorso si apre solo il giusto per far scivolare dentro il rullino e la macchina fa tutto da sola svolgendo completamente la pellicola al suo interno e riavvolgendola poi nel rullino man mano che si scattano delle foto.
Vien da se che questa cosa e’ interessante soprattutto perche’ in caso di apertura involontaria del dorso si andra’ a perdere al massimo l’ultimo frame.

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I pochi controlli presenti: timer, riavvolgimento pellicola e fill-in flash

La DL 200 adora il flash! giuro che a volte non capisco perche’ lo faccia scattare, lo usa ogni volta che puo’, ma devo dire che non ho mai avuto nessun problema di esposizione. Credo che, essendo stata ideata per i turisti, la macchina cerchi sempre di usare una profondita’ di campo piu’ ampia possibile, ma questa e’ solo una mia supposizione.
L’unico modo col quale possiamo intervenire “manualmente” e’ il pulsante del fill-in flash, che attiva il flash dando un piccolo lampo di riempimento, utile ad esempio per i controluce.

FujiDL200II_03L’autofocus come dicevo e’ abbastanza veloce, ogni tanto al buio tergiversa, ma nulla di cosi’ sgradevole, devo dire che e’ ottima come macchina da passeggio e la qualita’ delle immagini non mi dispiace. L’obiettivo Fujinon e nitido e rende colori molto vividi: io la ho usata prevalentemente con pellicole AGFA Vista 400 e direi che la saturazione e’ particolarmente corposa soprattutto in scene con fonti di luce molto forti.

Ha anche il data back, ma personalmente trovo che sia inutile e penso mai lo usero’ o testero’ in vita mia :).

 

 

The Film Photography Handbook: la fotografia analogica moderna

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Sta per uscire (Maggio 2016) un nuovo libro sulla fotografia analogica: The Film Photography Handbook (Scritto da Chris Marquardt e Monika Andrae).

Per ora e’ disponibile solo come e-book sul sito della casa editrice Rocky Nook lo si puo’ comprare a soli 20$ usando il codice coupon FILM20.

Il libro affronta molti argomenti “vintage”, per cosi’ dire, iniziando dalla descrizione dei differenti tipi di macchina fotografica analogica, sino ai diversi formati di pellicola. Insegna molte tecniche ormai obsolete per i moderni fotografi, ma incredibilmente utili e “attuali” per chi scatta in analogico, come ad esempio alcune regole sull’esposizione come la Sunny 16 o il sistema a zone.

A differenza di altri libri sul genere questo e’ incredibilmente proiettato verso il contemporaneo. Non solo viene analizzato il rapporto/scontro tra analogico e digitale in argomenti come la grana o il bilanciamento del bianco vs scelta della pellicola, ma viene anche preso in considerazione l’approccio ibrido alla fotografia: ci sono quindi tutorial riguardanti sia sviluppo e camera oscura sia scannerizzazione e fotoritocco, si parla di stampa a ingranditore e di stampa digitale.

Sembra promettere molto bene…

Built To Last: Fuji DL Super Mini

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Marchio: Fuji
Modello: DL Super Mini (Tiara in Giappone)
Prodotta: Prima meta’ anni ’90
Tipologia: Point & Shoot
Formato: 35mm
Obbiettivo: Fujinon 28mm f3.5 EBC
Esposizione: Automatica
Fuoco: Autofocus, Panorama, Snap, “Manuale”
ISO: 50-1600 con lettura DX automatica
Flash: Automatico, Fill-In, Occhi Rossi, Spento, Ritratto Notturno

Un gioiellino da prendere a schiaffi

La Fuji DL Super Mini, piccola, leggera, con la scocca in alluminio, di primo acchito ha tutte le carte in regola per essere la macchina perfetta, quasi la sorella povera della Contax T*.

Fuji_Tiara_13

Iniziamo con l’obbiettivo: una bomba di Fujinon! pare sia cosi’ bello che all’epoca, quando queste macchine cessavano di funzionare, veniva convertito ed usato sulle Leica (almeno cosi’ si narra). Inoltre e’ un 28mm quindi molto piu’ ampio dei classici 35mm delle P&S classiche.

Altro punto di forza sono i settaggi del fuoco, ce ne sono addirittura quattro. Troviamo l’autofocus, l’infinito (per i panorami) e qui abbiamo le prime sorprese: c’e’ la possibilita’ di inserire manualmente la distanza di messa a fuoco da 0.35 a 10 metri e c’e’ una modalita’, detta SNAP, che regola la distanza di fuoco  tra 1 e 3 metri circa (fonte) e imposta un diaframma il piu’ aperto possibile per avere un’ampia profondita’ di campo, ne risulta che “con una lente 28mm, in teoria, usando f/5.6, puoi avere tutto a fuoco tra 1.83m e 8.41m” (fonte).

Anche il flash beneficia di piu’ modalita’: occhi rossi, fill-in, spento e ritratto notturno, e sulla parte frontale proprio sotto di esso c’e’ un sensore che avverte se lo si sta involontariamente coprendo col dito. Una funzione che invece e’ abbastanza inutile e’ la “panorama”, un un piccolo selettore posto vicino al view finder che attiva due bande di copertura dietro l’obbiettivo rendendo le foto panoramiche, ma di fatto solo oscurando la parte superiore e quella inferiore del negativo.

Fuji_Tiara_12

La macchina ha nel dorso tutti i pulsantini (ma proprio “ini”) di controllo delle varie funzioni e un display dove vengono segnalati il numero di scatti mancanti, tipologia di flash e fuoco in uso e le informazioni per l’inutile sovrimpressione della data.

Tutti i settaggi di messa a fuoco e flash si resettano quando si spegne la macchina, come in tutte le P&S, ma, a differenza di molte altre c’e’ la possibilita’ di non resettare quelli del fuoco dopo ogni scatto. Se infatti si tiene premuto il pulsantino di selezione del focus fino a quando la modalita’ scelta smette di lampeggiare la si manterra’ attiva per tutti i prossimi scatti fino allo spegnimento della fotocamera.

Fuji_Tiara_10Il caricamento della pellicola avviene tramite drop-in loading il cui funzionamento e’ piuttosto semplice: una volta inserito il rullino la macchina si occupa di svolgerlo tutto al suo interno per poi riavvolgerlo man mano che si scattano le foto, cosa che, in caso di apertura accidentale, permette di bruciare solo l’ultimo fotogramma.

Vediamo ora all’unica pecca (per me insormontabile) che affligge questo gioiellino: lo shutter lag. Praticamente quando si clicca il pulsante di scatto a meta’, per bloccare il fuoco, la distanza viene calcolata (credo dagli infrarossi) ma la lente non si muove. Quando si clicca a fondo le informazioni passano alla lente la quale si muove nella corretta posizione e la macchina scatta.

Fuji_Tiara_03Anche se avete impostato la distanza di fuoco manualmente la lente si muove solo dopo aver cliccato, ed e’ frustrante, soprattutto se si pensa che alcune P&S, come la piu’ blasonata serie Ricoh GR, sfruttano proprio questa modalita’ di inserimento manuale per annullare il tempo che passa dal click allo scatto.

Ecco io prenderei questo gioiellino a schiaffi perche’, prediligento i soggeti in movimento, con questa sua caratteristica devo diventare preveggente per cogliere l’attimo.

Rimane il fatto che, se vi piace fare ritratti, paesaggi, e non vi interessano le situazioni in cui per un secondo si rischia di perdere lo scatto, questa macchina rimane una perfetta compagna di viaggio!

Yashica T3 Super

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Marchio: Yashica (Kyocera)
Modello: T3 Super (Kyocera T Scope)
Prodotta: 1983
Tipologia: Point & Shoot
Formato: 35mm
Obbiettivo: Carl Zeiss T* 35mm f/2.8
Esposizione: Automatica
Fuoco: Autofocus
ISO: 50-1600 con lettura DX automatica
Flash: Automatico, Fill-In, Occhi Rossi, Spento, Notturno

Sei contento di vedermi?
No, ho uno Zeiss in tasca

Yashica_T3_Super_09Siamo sinceri, e’ bruttina, squadrata, grossa, ma ha uno Zeiss 2.8 nitidissimo!

Yashica_T3_Super_14

Il famoso N.A Scope

Questo e’ gia un buon motivo per possederne una ma, in realta’, c’e’ dell’altro, quella cosa che la rende “super” rispetto alla sorella T3: un piccolo viewfinder posto sulla parte superiore della fotocamera, denominato N.A. Scope

Grazie a questa piccola finestrella che ci permette di controllare l’inquadratura dall’alto, tenendo la macchina all’altezza della vita possiamo inquadrare il nostro soggettosenza che lui si accorga che effettivamente stiamo “prendendo la mira”. Ma non solo, permette di fare foto con prospettive dal basso verso l’alto senza la nacessita’ di sdraiarsi in terra oppure di scavalcare la folla che ci nega la visuale alzando la macchina sopra le teste e, tenendola capovolta, inquadrare grazie allo scope.

Disegni riguardanti l’ N.A.Scope estratti dal manuale della T3 Super (© Yashica Kyocera)

A differenza di quello che ho trovato scritto in rete, trovo la messa a fuoco veloce e precisa, anche in condizioni di luce difficoltose, shutter lag quasi inesistente. La T3 Super e’ tropicalizzata, vale a dire che si puo’ usare anche in presenza di neve o pioggia oppure in spiaggia senza aver paura di danneggiarla e, come plus, ha anche la funzione multiscatto veloce, ottima in situazioni reportagistiche come fotografia si spettacolo o sportiva

il superbo obbiettivo, assieme allo scope e al multiscatto, la rendono un’ottima macchina, al di sopra di moltissime della stessa categoria, purtroppo manca tutto cio’ che potrebbe renderla piu’ versatile come ad esempio un modo per controllare il fuoco, magari inserendolo manualmente in metri, oppure un controllo per la sovra o sottoesposizione. Insomma rimane una P&S pura seppur con parecchie marce in piu’.